DIOCESI: il dibattito sul clorpirifos metile
Per combattere la flavescenza dorata. I consorzi Docg e Doc si dicono contrari all'utilizzo
Venerdì 16 giugno si è svolto un nuovo incontro del Tavolo diocesano sulla sostenibilità ambientale, per dare concretezza alla seconda tappa della fase progettuale, dopo il triennio dedicato al tema del dialogo tra produttori, associazioni agricole e gruppi ambientalisti. Gli stessi protagonisti – erano presenti i rappresentanti dei Consorzi di tutela del Prosecco DOC e del Conegliano Valdobbiadene DOCG, insieme ai rappresentanti di “Salute e Ambiente” in rappresentanza di tutto il coordinamento di “Fare Rete” (nella foto: alcuni partecipanti) – sono gli attori che, in sintonia con il coordinamento del Tavolo, tenteranno di portare avanti alcuni obiettivi sui quali ci si sta confrontando, fra i quali l’organizzazione di un evento culturale nel prossimo autunno e una interlocuzione con gli Istituti scolastici – in primis il “Cerletti” di Conegliano – per dare l’opportunità agli studenti di approfondire ulteriormente il tema della sostenibilità ambientale e sociale. A metà luglio è previsto un ulteriore incontro per dare continuità al lavoro iniziato.
Il contesto della riunione svolta è stato inevitabilmente anche l’occasione per un confronto fuori programma sul tema, oggi di attualità, che riguarda la deroga all’uso del Clorpirifos metile per combattere la cicalina della vite (Scaphoideus titanus), vettore responsabile della flavescenza dorata che minaccia pesantemente i vigneti del nostro territorio.
A tal proposito, giova anzitutto ricostruire la dinamica dei passaggi istituzionali, per meglio comprendere la situazione, partendo dal fatto che la flavescenza dorata ha colpito lo scorso anno un consistente numero di ettari di superficie coltivata a vite. Da ciò la richiesta avanzata, su stimolo di parte del sistema produttivo, dal Servizio fitosanitario nazionale al Ministero della Salute per chiedere la deroga sull’uso di un principio attivo tra quelli di per sé non autorizzati, per ottenere una più efficace risposta al contenimento della patologia. Dal Governo è quindi stata avviata la procedura per ottenere la deroga del discusso Clorpirifos metile che, non essendo più autorizzato dal 2020, non è più in commercio (alcune deroghe erano già state date per la lotta alla cimice asiatica nel 2021).
A tutto questo si aggiungono altri dati: in primo luogo il rilievo fatto dal Consorzio Conegliano Valdobbiadene DOCG che registra una diminuzione di più del 70% rispetto all’anno precedente della presenza dell’insetto vettore nei 102 vigneti in osservazione (in ulteriore calo negli ultimi giorni), lasciando intendere che la temuta patologia della vite risulti in realtà piuttosto sotto controllo quest’anno; in secondo luogo, quantunque vi sia la possibilità di una deroga, il Clorpirifos metile non è comunque ammesso dal Protocollo viticolo del Consorzio DOCG; mentre il Consorzio DOC, che pure ritiene inopportuna tale deroga, ha fatto sapere che alcune importanti realtà produttive della Denominazione hanno vietato l’uso di tale prodotto ai propri conferitori d’uva; in terzo luogo, i tempi sono molto stretti e probabilmente il sì definitivo del Ministero della Salute sarà tardivo rispetto ai trattamenti che, per essere efficaci, dovranno avere luogo entro le prossime due settimane.
E proprio sulla questione dei trattamenti il direttore del Consorzio Conegliano Valdobbiadene DOCG, dott. Diego Tomasi, fa sapere: “Ci stiamo impegnando per fare in modo che tutti gli interventi vengano fatti in contemporanea e con gli stessi principi attivi, in modo da garantire il rispetto diffuso di quanto stabilito dal disciplinare, proprio per una maggiore attenzione e tutela della salute delle persone e dell’ambiente; inoltre ci stiamo attivando per sensibilizzare ancor più i nostri viticoltori nell’adottare l’altra importante azione necessaria, ossia l’estirpo delle viti con sintomi”.
Chiaramente non vanno minimizzate le preoccupazioni della cittadinanza e, in particolare, dei movimenti ambientalisti – i quali hanno organizzato un incontro al “Dina Orsi” di Conegliano lo scorso martedì 13, alla presenza del consigliere regionale Zanoni – che ribadiscono il fondato timore che, a forza di deroghe e autorizzazioni, si rischi in realtà di speculare sulla salute e sull’incolumità di persone e ambiente, facendo in ogni caso prevalere le ragioni economiche su quelle mediche, etiche e valoriali. La soluzione più efficace e radicale, in questo senso, resta la conversione al biologico e a certificazioni di standard più rigorosi, quantomeno nella prospettiva – già più volte richiamata dal Tavolo diocesano – delle “grandi mete e piccoli passi”, intendendo per “grande meta” la massima riduzione possibile dell’uso di prodotti di sintesi e di impronta sia carbonica che idrica.
Alla luce di tutte queste sfaccettature, è necessario ribadire anzitutto l’attenzione e l’impegno a favore della sostenibilità ambientale: certamente tenendo conto anche dell’economia di un territorio con tutto ciò che rischia di minacciarla, ma riconoscendo al contempo l’importanza di una visione che abbia al centro il modello dell’“ecologia integrale”, in cui anche la cura dell’ambiente e della giustizia sociale sono una priorità.
In realtà tutto questo, sulla base delle informazioni raccolte, risulta un obiettivo piuttosto chiaro ai Consorzi, che stanno dimostrando il loro fattivo impegno, anche pubblicamente dichiarato, rifiutando – nello specifico del caso – l’utilizzo del Clorpirifos metile e di ogni altro principio attivo che sia dannoso per la salute. Auspichiamo che questo sia davvero l’intento non solo dei Consorzi, ma anche di ogni singolo produttore.
Per il resto, in merito alla deroga sul principio attivo oggetto del dibattito, appare evidente che la questione si stia giocando principalmente sul piano politico, con il rischio di strumentalizzare il tema caricandolo di significati che trascendono la sua reale portata. Certo, la politica ha tutto il diritto e il dovere di intervenire in materia, purché le priorità non siano dettate da visioni di parte nel mero gioco degli equilibri politici, ma vi siano sempre al centro delle valutazioni e delle scelte l’attenzione al bene comune, la logica del buonsenso, la tutela della sostenibilità nelle sue varie espressioni. Ché se questo non fosse, sarebbe una sconfitta per tutti.
Don Andrea Forest
Delegato vescovile per la pastorale sociale, coordinatore del Tavolo diocesano sulla sostenibilità ambientale
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