LE RELIGIONI A SERVIZIO DELLA PACE
L'editoriale del direttore don Alessio Magoga
Nella nostra diocesi, come in molte altre del Triveneto, la presenza di altre confessioni cristiane e di altre religioni, nel corso degli anni, sta progressivamente consolidandosi. Se ci pensiamo bene, tuttavia, non si tratta di una novità, dal momento che – sebbene con numeri diversi – anche in passato sul nostro territorio si sono radicate comunità appartenenti ad altre religioni.
Mi riferisco in particolare alla presenza ebraica che ha visto in due centri importanti della diocesi, come Conegliano e Vittorio Veneto, secoli di coabitazione, che – al netto di alcuni episodi di segno contrario – è stata reciprocamente fruttuosa. Lo testimoniano i due rispettivi cimiteri ebraici (quello di Conegliano è generalmente visitabile la prima domenica del mese) e le due preziose sinagoghe i cui arredi sono stati trasferiti a Gerusalemme. Quest’anno, per una felice coincidenza, il mondo ebraico ha festeggiato la Pasqua in concomitanza con la Pasqua cristiana (secondo il calendario delle Chiese d’Occidente), vale a dire nei giorni dal 28 marzo al 4 aprile. Inoltre, lo scorso 13 aprile si è celebrato il 35° anniversario della storica visita di san Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, accolto dal rabbino capo della comunità di Roma, rav Elio Toaff: per la prima volta un Papa varcava la soglia di una sinagoga, compiendo un gesto che i suoi successori Benedetto e Francesco avrebbero poi ripetuto. Due eventi, quelli appena citati, che ci invitano a guardare con stima alla Comunità ebraica che, sebbene sul nostro territorio non sia oggi particolarmente numerosa, è presente in modo significativo nelle vicine città di Venezia e di Padova.
Sempre il 13 aprile ha avuto inizio anche il Ramadan, il mese “benedetto” della religione musulmana, dedicato al digiuno, dall’alba sino al tramonto del sole, ed alla preghiera, che va recitata cinque volte al giorno. Nel forte appello che il Ramadan rivolge ad ogni credente per ricordare l’importanza di Dio nella propria vita, si possono scorgere delle assonanze con il tempo della Quaresima, anch’essa volta a propiziare percorsi di conversione per ricondurre il cristiano al suo Signore. Non è facile determinare quanti siano gli appartenenti alla religione islamica nella nostra diocesi, tuttavia sono tanti i segni che ne indicano la presenza, a volte testimoniata dal comportamento di singole persone o singole famiglie, altre volte organizzata in vere e proprie associazioni e comunità con propri luoghi di ritrovo e di preghiera, come a Vittorio Veneto e Pieve di Soligo.
Nel messaggio alla comunità musulmana per l’inizio del Ramadan – che facciamo nostro – il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha augurato che «questo mese, segnato da prolungati momenti di digiuno e preghiera… sia occasione per approfondire il legame con Dio, Clemente e Misericordioso, e compiere gesti di vicinanza, in particolare, verso chi si scopre oggi più povero e fragile proprio a causa della pandemia in atto». «Sia questo – scrive ancora Moraglia – un tempo adatto per costruire fraternità, amicizia e pace con tutti, nel reciproco riconoscimento e rispetto. Ogni credenza religiosa sia impegnata ad intessere legami con ogni uomo e donna di buona volontà».
Nella “Fratelli tutti” papa Francesco ribadisce che Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra loro» (n. 5). Cristiani, ebrei, musulmani e fedeli di altre religioni: siamo tutti legati vicendevolmente da vincoli di fraternità e, proprio per questo, siamo chiamati a conoscere maggiormente le rispettive tradizioni ed a collaborare insieme per costruire la pace in un mondo più fraterno.
Alessio Magoga
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