Editoriale
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REAGIAMO CON RESPONSABILITÀ E SPIRITO DI SOLIDARIETÀ

Messaggio alla diocesi del vescovo Corrado Pizziolo

REAGIAMO CON RESPONSABILITÀ E SPIRITO DI SOLIDARIETÀ

Carissimi fratelli e sorelle, vi raggiungo con questo messaggio con il quale desidero esprimere la mia vicinanza e la mia sofferta partecipazione alle situazioni di tante persone e famiglie colpite da questa seconda ondata di contagi. Mi sento particolarmente vicino agli ospiti e agli operatori delle molte Rsa del nostro territorio che si trovano di nuovo in prima linea sul fronte della pandemia. Ma non posso tacere il mio dolore e la mia preoccupazione per i diversi sacerdoti che hanno contratto il virus e vivono – uniti alle loro comunità – momenti di apprensione e di sofferenza.

Avevamo pensato e sperato, evidentemente troppo presto, che il peggio fosse già alle nostre spalle. Purtroppo non è stato così. Si ripresentano, sia per la vita personale sia per quella familiare, sociale ed ecclesiale, scenari che pensavamo di aver superato definitivamente. Dobbiamo, in altre parole, prepararci a nuovi momenti di distanziamento e di limitazioni. Al di là dei sentimenti immediati che possono essere i più diversi, sono convinto che dobbiamo reagire con responsabilità e spirito di solidarietà, i quali ci spingono a non pensare solo a noi stessi, ma al bene di tutti, specialmente dei più deboli.

È quanto non si stanca di raccomandare anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, nella circostanza che stiamo vivendo, si rivela davvero un riferimento per tutti. Non dimentichiamo, inoltre, l’esperienza che abbiamo vissuto nella primavera scorsa: per quanto traumatica, essa può offrirci delle indicazioni utili. Anzitutto la necessità di rinsaldare la rete di relazioni tra le persone all’interno della comunità con i contatti che i mezzi di comunicazione attuali ci consentono di stabilire. Quella “rete che non si squarcia”, di cui parla la lettera pastorale che vi ho inviato, è la rete di relazioni che dobbiamo sforzarci di mantenere con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Relazioni con tutti, se possibile, ma in particolare con le persone più sole. Non credo occorra mettere in atto cose straordinarie: una semplice telefonata, un breve messaggio Whatsapp, un breve video con parole di saluto e di conforto... costituiscono, io credo, dei fili che mantengono le persone in contatto e in comunione tra loro.

Alla luce dell’esperienza esemplare di solidarietà che i vari centri di ascolto della Caritas hanno vissuto durante la prima ondata di contagi, credo che anche la vicinanza e l’aiuto alle situazioni di maggior disagio debba costituire un’attenzione da parte delle nostre comunità cristiane. Sperando, poi, che sia possibile – pur con tutte le precauzioni e attenzioni necessarie – continuare la celebrazione della liturgia con la presenza dell’assemblea, sarà forse opportuno diffondere alcune celebrazioni online. Anche in questo ambito l’esperienza della primavera scorsa ci deve insegnare la misura giusta: senza improvvisazioni o esagerazioni e curando nel modo migliore la liturgia teletrasmessa.

Soprattutto desidero ricordare che la maniera più autentica ed efficace per far sì che “la rete non si squarci” è quella di mantenere, anzi incrementare, la preghiera di intercessione per tutti i fratelli e le sorelle: certamente per quelli ammalati e per le loro famiglie, per quanti sono chiamati negli ospedali e nelle nostre case a prendersene cura; ma anche – più ampiamente – per ogni altro fratello e sorella di cui, in qualche misura, siamo chiamati a farci carico perché non perdano la speranza e la fiducia. Non dimentichiamo che la relazione fondamentale che tiene unita tutta la rete è quella con il Signore Gesù. Anche in questo momento in cui sembra riprendere la burrasca, egli non ci abbandona e continua a rivolgerci la sua Parola di amore e di incoraggiamento: “Non abbiate paura!”. Ascoltiamo la sua parola, dedicando qualche momento della nostra giornata alla lettura del Vangelo, magari accompagnati dal breve servizio che la diocesi ogni giorno ci offre (“Sulle orme del Maestro”). Concludo questo mio messaggio augurando a tutti il dono della fortezza e assicurandovi il mio affettuoso pensiero, la mia preghiera e la mia benedizione.

+ Corrado, vescovo

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