Crocifisso per amore
La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Domenica 9 aprile - Le Palme - anno A - seconda settimana del Salterio - colore liturgico rosso Is 50, 4-7; Sal 21; Fil 2, 6-11; Mt 26, 14 - 27, 66
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Ad ascoltare oggi la parola di Dio, comunicata dal profeta Isaia, dall’apostolo Paolo e dal Vangelo di Matteo, restiamo tutti interiormente sconvolti. Ogni parola della narrazione della passione di Gesù ci sconvolge personalmente e ci scalpella il cuore fino a sconvolgere tutti i nostri progetti. Tutto avviene perché questo Dio, attraverso la persona del Figlio che si è fatto uomo, vuole scuotere la nostra testa dura e farci capire – dimostrandolo nei fatti senza possibilità di equivoci – che Lui ci ama sul serio. Quel “pane spezzato” e quel “corpo inchiodato” sono davanti a noi e ci coinvolgono. Ma se Dio ha fatto questo per me, per ciascuno di noi, ciò significa che per Lui siamo qualcosa di im- A portante, siamo il suo amore, siamo i suoi figli, siamo frammenti della sua stessa persona. Nessun generale vittorioso sarebbe mai entrato nella città conquistata a dorso di un asino. E in effetti l’ingresso di Gesù in Gerusalemme vuole lanciare un messaggio che appare chiaro e netto. Chi si attendeva il Messia pronto a scacciare i romani e a ridare l’indipendenza ad Israele resterà deluso dal suo operato. Gesù non è disposto ad esercitare la forza, ad esibire i muscoli, a sbaragliare gli avversari: è piuttosto il Messia mite, che agisce con misericordia, che non toglie la vita ai nemici, ma piuttosto offre la sua. L’entusiasmo di chi lo acclama dovrà presto fare i conti con la sua condanna alla morte di croce. Le acclamazioni festose si trasformeranno tra non molto in grida minacciose. E tuttavia Gesù non indietreggia, ma va incontro alla passione, sicuro che solo affrontando la sofferenza potrà manifestare fino in fondo il suo amore senza limiti.
La lettura della Passione secondo la versione di san Matteo ci aiuta a meditare profondamente sul mistero di Gesù. Con la sua passione e la sua Croce, Gesù si è posto là dove Dio e l’uomo si contraddicono: l’amore infinito da una parte e la malvagità dall’altra. Egli si inserisce in questa contraddizione, assorbendone su di sé la malvagità e trasformandola in amore. Il Signore Gesù ha sopportato il dolore e la morte per persuadere l’uomo peccatore che l’amore e il perdono di Dio sono infinitamente più grandi di qualsiasi peccato l’uomo abbia potuto commettere. Entriamo nella Grande Settimana santa con lo sguardo rivolto a Lui, al suo amore crocifisso, alla sua infinita passione per l’uomo. Vogliamo lasciarci lavare da quel sangue che scende dalla croce per eliminare tutte quelle sporcizie che stanno avvelenando le nostre strade e le nostre case, le persone e le famiglie, la politica e l’economia. Non mi importa se troverò sempre qualcuno, più aggiornato di me, che vorrà togliermi di mezzo. Sul Calvario chi ha perso non è stato il Crocifisso, ma chi lo ha voluto crocifiggere! Regaliamoci in questa settimana un po’ di silenzio per stare ai piedi della Croce. Lasciamo che il terremoto raccontato da Matteo ci metta un po’ di subbuglio nell’anima per ritrovare lo stupore della fede davanti al Dio Crocifisso. Buona Settimana santa e buon “terremoto spirituale”!
Don Piergiorgio Sanson
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