Una giornata di Gesù
La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Domenica 4 febbraio - V del tempo ordinario - anno B - prima settimana del Salterio - colore liturgico verde Gb 7, 1-4. 6-7; Sal 146; 1Cor 9, 16-19. 22-23; Mc 1, 29-39 Risanaci, Signore, Dio della vita
Domenica scorsa abbiamo visto Gesù operare nella sinagoga di Cafarnao, ora – dice l’evangelista – Egli esce dalla sinagoga e va nella casa di Pietro. Marco presenta il resoconto della giornata-tipo di Gesù, una cronaca dettagliata delle sue fondamentali attività quotidiane: guarire, pregare, annunciare. Guarire. E vediamo come il suo agire prenda avvio dal dolore del mondo: tocca, parla, prende per mano, guarisce. Come il primo sguardo di Gesù si pose sempre sulla sofferenza delle persone e non sul loro peccato. E la porta della piccola Cafarnao scoppia di folla e di dolore e poi di vitalità ritrovata. Il miracolo è, nella sua bellezza giovane, il collaudo del Regno, il laboratorio del mondo nuovo: mostra che è possibile vivere meglio, per tutti, e Gesù ne possiede la chiave. D Che un altro mondo è possibile e vicino. Che il regno di Dio viene con il fiorire della vita in tutte le sue forme. La suocera di Simone era a letto con la febbre, e subito gli parlarono di lei. È bello questo preoccuparsi degli apostoli per i problemi e le sofferenze delle persone care, e metterne a parte Gesù, come si fa con gli amici. Non solo la gratuità, quindi, ma anche tutto ciò che occupa e preoccupa il cuore dell’uomo può e deve entrare, a pieno titolo, nel dialogo con Dio nella preghiera. Gesù ascolta e risponde: si avvicina, si accosta, va verso il dolore, non lo evita, non ha paura. Chi soffre chiede questo: di non essere abbandonato da chi gli vuole bene, di non essere lasciato solo a lottare contro il male. E la prese per mano. Mano nella mano, come forza trasmessa a chi è stanco. La mano di Gesù contagia: toccata da quella del Maestro, anche la donna inizia a servire. È il contagio dell’amore, della passione, di quel servizio che ci fa vivere a sua immagine e somiglianza. Pregare.Un giorno e una sera per pensare all’uomo, una notte e un’alba per pensare a Dio. Ci sono nella vita sorgenti segrete, da frequentare, perché io vivo delle mie sorgenti. E la prima di esse è Dio. Gesù assediato dal dolore, in un crescendo turbinoso sa inventare spazi. Ci insegna a inventare quegli spazi segreti che danno salute all’anima, spazi di preghiera, dove niente è più importante di Dio, dove dirgli: “Sto davanti a te; per un tempo, che so breve, non voglio mettere niente prima di te; niente per questi pochi minuti viene prima di te”. Ed è la nostra dichiarazione d’amore. Quegli spazi segreti che danno salute all’anima, a tu per tu con Dio, a liberare le sorgenti della vita, così spesso insabbiate! Annunciare. I discepoli infine lo rintracciano: tutti ti cercano! E lui: Andiamocene nei villaggi vicini, a predicare anche là. Gesù non cerca il bagno di folla, non si esalta per il successo di Cafarnao, non si deprime per i fallimenti che incontra. Lui avvia processi, inizia percorsi, cerca altri villaggi, altre donne da rialzare, orizzonti più larghi dove poter compiere il suo lavoro: essere nella vita datore di vita, predicare che il Regno è vicino, che Dio è vicino, con amore, e guarisce la vita. Coraggio! Lasciamoci raggiungere dalla mano di Gesù, lasciamo che risvegli gli inverni del cuore e faccia fiorire in noi la primavera del servizio. Troviamoci pure noi un tempo e un luogo deserto per affidare al Padre la nostra giornata. Ritagliamoci ogni giorno uno spazio di silenzio per umanizzare la nostra vita, per ricordarci la meta della nostra vita.
Don Piergiorgio Sanson
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