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Gospel, quando la musica dà emozioni. Venerdì 5 i Joy Singers per L'Azione

Intervista al maestro Andrea D'Alpaos, direttore del Coro Gospel "Joy Singers" di Venezia, che venerdì 5 si esibirà nell'Aula magna del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto in occasione del Centenario del nostro settimanale.

Gospel, quando la musica dà emozioni. Venerdì 5 i Joy Singers per L'Azione

A interessarsi di questo genere musicale fu uno dei primi in Italia: dopo aver ascoltato canti gospel alla radio e televisione, Andrea D’Alpaos rimase attratto dall’energia che emanavano i cori nel cantare quelle canzoni nate dalla sofferenza e dalla speranza dei neri deportati dall’Africa e costretti a lavorare nelle piantagioni per il padrone bianco. Canti rivolti al Signore, canti di aiuto per un avvenire sciolto dalle catene o canti per comunicare nelle immense piantagioni di cotone. Canti che trasmettono la gioia di poter vivere nella luce del Signore e nella fede che illumina il cammino per una vita migliore.

Il maestro D’Alpaos, ora direttore del Coro Gospel di Venezia “Joy Singers” - che venerdì 5 dicembre alle 20.30 al seminario chiuderà con un concerto (gratuito) gli eventi per il centenario de L’Azione -, ha sentito questa forza interiore e «Ho iniziato a cercare qualche disco. Ne trovai uno fra i primissimi in Italia ma mi mancavano i riferimenti musicali; ma anche la tessitura vocale ha un’altra impostazione dovuta ai toni altissimi che i cantanti di colore riescono a raggiungere e il ritmo stesso della musica è quasi innato perché la vita viene scandita dal suono, dal gesticolare e battere le mani che divengono rito teatrale, in cui la musica è il mezzo per esternare le emozioni ».

Maestro D’Alpaos, lei dirige un coro composto solo da elementi italiani, eppure cattura l’attenzione creando un’atmosfera che molto si avvicina ai cori americani. Come ha creato questo passaggio? «Sono stato molte volte in America, unico bianco (e biondo, ndr) che entrava fra i gruppi gospel di Harlem, nelle comunità parrocchiali, che assisteva alle messe, che duravano dalle due alle tre ore e mezza e prima di iniziarle, la comunità intonava canti per creare l’atmosfera di comunione e spiritualità. Cantavano tutti, dai bambini alle persone più anziane. Infatti, dobbiamo pensare che di certo almeno la metà dei grandi musicisti americani ha suonato e cantato gospel proprio perché è sempre stata una musica di partecipazione».

Quando è rientrato a Venezia come ha riportato le conoscenze apprese? «Ho iniziato considerando i mezzi vocali che abbiamo noi europei e ho riproposto i canti abbassando il tono, innanzitutto. Poi c’è stato lo studio e l’immedesimazione nell’atmosfera che si crea battendo le mani, muovendosi a ritmo della musica e della voce... anzi direi l’allenamento, non esattamente solo lo studio...».

Maestro, c’è il talento naturale nella voce? «C’è una passione, c’è una predisposizione e c’è tanto lavoro. Con l’allenamento mentale si estende il talento e si riescono ad assimilare le canzoni con la mentalità di chi le sente ancora appartenenti al suo popolo anche se son passati secoli … e sicuramente c’è un grande amore per la musica da parte di chi canta. Questa è una musica che riporta e ritrasmette emozioni molto intense che noi bianchi non abbiamo provato. Quindi non c’è condivisione storica. Può esserci invece la condivisione emotiva. Un’empatia che come coro abbiamo sia con il vissuto che narrano i canti gospel sia con il pubblico che ci ascolta: chi ha la possibilità di esprimere queste intensità emozionali, crea un contatto profondo col pubblico ed è per questo che, nel limite delle possibilità del luogo dove ci esibiamo, noi vogliamo che il pubblico sia vicino a noi quanto più sia possibile».

Qualche anno fa, il maestro D’Alpaos ha anche diretto il Coro dei “Jubilee Singers” costituito da un gruppo di ragazzi del Liceo Flaminio di Vittorio, studiando musica gospel e partecipando alla rassegna corale Città di Vittorio Veneto. Qualcuno di loro, come Alessia Tavian, ha iniziato da quel momento il percorso di studio musicale che sta continuando ancora presso il Conservatorio “Saint Louis College of Music” di Roma.

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