PAPA FRANCESCO: l'Occidente non è un “bambino di prima comunione”
Grave l'inverno demografico in atto
Nell'intervista in aereo durante il viaggio di ritorno dal Kazakhstan, è stato chiesto a papa Francesco se "considera che l’Occidente sia in uno stato di “perdizione”, minacciato dalla perdita dei suoi valori". Ecco la risposta del Papa: "È vero che l’Occidente, in genere, non è in questo momento al livello più alto di esemplarità. Non è un “bambino di prima comunione”, no davvero. L’Occidente ha preso strade sbagliate. Pensiamo per esempio l’ingiustizia sociale che è tra noi: ci sono dei Paesi che sono sviluppati sulla giustizia sociale, ma io penso al mio continente, l’America Latina, che è Occidente. Pensiamo anche al Mediterraneo: è Occidente, e oggi è il cimitero più grande, non dell’Europa, dell’umanità. Cosa ha perso l’Occidente per dimenticarsi di accogliere, quando invece ha bisogno di gente? Quando si pensa all’inverno demografico che noi abbiamo: abbiamo bisogno di gente. In Spagna - in Spagna soprattutto -, anche in Italia, ci sono paesi vuoti, soltanto venti vecchiette e poi niente. Ma perché non fare una politica dell’Occidente così che i migranti siano inseriti, con quel principio che il migrante va accolto, accompagnato, promosso e integrato? Questo è molto importante, integrare. Ma no… È una mancanza nel capire i valori, quando l’Occidente ha vissuto l’esperienza: noi siamo Paesi che hanno migrato. Nel mio Paese - che credo siano 49 milioni in questo momento - abbiamo soltanto una percentuale di meno di un milione di aborigeni, e tutti gli altri sono di radice migrante. Tutti: spagnoli, italiani, tedeschi, slavi, polacchi, dell’Asia Minore, libanesi, tutti… Si è mescolato il sangue lì, e questa esperienza ci ha aiutato tanto. Poi, per motivi politici la cosa non sta andando bene nei Paesi latinoamericani, ma la migrazione credo che in questo momento va considerata sul serio, perché ti fa alzare un po’ il valore intellettuale e cordiale dell’Occidente. Al contrario, con questo inverno demografico, dove andiamo? L’Occidente è in decadenza su questo punto, scade un po’, ha perso… Pensiamo alla parte economica: si fa tanto bene, tanto bene, ma pensiamo all’élan politico e mistico di Schuman, Adenauer, De Gasperi, quei grandi. Dove sono oggi? Ci sono dei grandi, ma non riescono a portare avanti una società. L’Occidente ha bisogno di parlare, di rispettarsi… E poi c’è il pericolo dei populismi. Cosa succede in uno stato socio-politico del genere? Nascono i “messia”: i messia dei populismi, che stiamo vedendo alcune cose, come nascono i populismi. Credo che ho menzionato qualche volta quel libro di Ginzberg, Sindrome 1933: dice proprio come nasce un populismo in Germania dopo la caduta del governo di Weimar. I populismi nascono così: quando c’è un livello di metà senza forza, e uno promette il messia. Finendo: io credo che non siamo, noi occidentali, al più alto livello per aiutare gli altri popoli. Siamo un po’ in scadenza? Può darsi, sì, ma dobbiamo riprendere i valori, i valori d’Europa, i valori dei padri che hanno fondato l’Unione Europea, i grandi. Non so, un po’ confuso, ma credo che ho risposto.
(Foto Vatican Media/SIR)
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