SACILE: Don Pietro è tornato alla Casa del Padre
Mons. Mazzarotto aveva compiuto 93 anni e per 32 era stato parroco di Sacile
Nella notte tra il 15 e 16 marzo, è morto all'ospedale San Giorgio di Pordenone, a seguito di alcune complicazioni di salute, mons. Pietro Mazzarotto. Lo ha comunicato questa mattina don Gianluigi Papa, attuale parroco del Duomo, invitando i fedeli a pregare per don Pietro: "Ora dal cielo non mancherà di esserci vicino con l'affetto paterno, gentile e generoso di sempre".
Arciprete di Sacile dal 1973 e poi arciprete emerito e collaboratore della medesima parrocchia dal 2005, era nato a Torre di Mosto il 19 maggio del 1927.
“Ho sempre fatto tutto volentieri e non ho mai trovato nulla che mi pesasse” aveva confidato a L’Azione nell’intervista pubblicata nel giugno del 2020, in occasione dei suoi 70 anni di messa. Era il 18 giugno 1950, infatti, quando don Pietro, insieme a un nutrito gruppo di confratelli, veniva ordinato sacerdote dal vescovo Zaffonato nella Cattedrale a Vittorio Veneto.
Il 15 settembre del ‘50, a tre mesi dall’ordinazione, arrivò il suo primo incarico, quale cappellano a Vidor. “Un paradiso in terra”, commentava don Pietro, che accolse quel servizio “con grande gioia”. “Fu un’esperienza bellissima” - ricordava -, vissuta insieme al parroco di allora, mons. Silvio Celotto, già direttore de L’Azione. Il 20 agosto del 1954 – don Pietro citava precisamente la data – cominciava la sua esperienza pastorale a Oderzo, sotto la guida saggia del parroco opitergino mons. Domenico Visintin. Gli fu affidato il Patronato, con tutte le attività per i giovani (gli scout, l’Azione Cattolica, la squadra di calcio…). Nell’estate del ’57 divenne anche direttore dell’Istituto missionario San Pio X, a Oderzo, da cui nacque il fecondo rapporto di don Pietro con la Terra Santa, fatto di amicizie, pellegrinaggi, scritti, attività di promozione e sostegno. Il racconto di questa straordinaria avventura don Pietro volle narrare nel volume "Luci d’oriente. Dalla diocesi di Vittorio Veneto alla diocesi di Gesù", edito da L’Azione nel 2019.
Fu poi il vescovo Albino Luciani che nel ’63 chiese a don Pietro di assumere alcuni incarichi a Vittorio Veneto, come assistente della Fuci ed insegnante al Liceo Classico. Due le possibilità offerte per risiedere: o direttore della Casa Esercizi oppure parroco di una nuova parrocchia da fondare. La risposta di don Pietro fu senza tentennamenti: “Ho sempre sognato di fare il parroco!”. E così fu: divenne il primo parroco della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo e costruì la chiesa dove prima si trovava un campo di erba medica.
Nel ’73, il nuovo vescovo Antonio Cunial gli domandò di diventare parroco di Sacile e don Pietro accettò. I 32 anni di parroco a Sacile e gli oltre 15 di parroco emerito furono proficui sotto vari punti di vista: basti pensare alla fondazione di Radio Palazzo Carli, alla “grande missione parrocchiale del ’79” che lasciò una forte impronta a Sacile, alla Galleria dedicata a Pino Casarini, al Centro di Studi Biblici, nato dall’amicizia con Giuseppe Scarpat, fondatore della casa editrice Paideia, alla “Casa alpina” ad Auronzo… Il ricordo più bello? La celebrazione dell’eucaristia – affermava allora don Pietro - e, insieme, la gioia di aver sempre trovato dei bravi cooperatori sia tra i sacerdoti sia tra i laici.
La data della veglia e del funerale di mons. Mazzarotto sarà comunicata al più presto. AM
(foto: L'Azione)
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