Gesù non è vanità
Le riflessioni sulla Parola della domenica.
L’apertura della liturgia della Parola di questa domenica ci presenta quello che a prima vista potrebbe essere interpretato come lo sfogo sconsolato di un uomo caduto in depressione. Le parole di Qoèlet sembrano trasudare un senso di sfiducia nella vita, un senso di inutilità di tutte le cose, di inconsistenza di tutto ciò che esiste. La parola ebraica (hebel) indica un soffio d’aria, un vapore. Si potrebbe tradurre con: “assoluta inutilità”. Per l’antico Testamento tutto è assoluta inutilità per una ragione ben precisa: la morte pone fine a tutto. Anche l’oltretomba per l’antico popolo di Dio è qualcosa di evanescente. Ecco allora che noi abbiamo bisogno di una rivelazione più “V grande. Noi cristiani l’abbiamo: è Gesù che ha vinto la morte e ci ha conquistato l’eternità. San Paolo ci dice: “Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3, 2). Allora senza trascurare le cose della terra siamo invitati ad ascoltare la voce del Signore in tutta la sua ricchezza. Un uomo ricco ha avuto un raccolto abbondante… Ma è normale quello che farà questo signore che è riuscito a far fruttificare tutte le sue ricchezze! Chi di noi non cercherebbe di avere un po’ di previdenza, di guadagnare qualcosa, di capitalizzare? Ma allora perché Gesù non l’approva? Un particolare colpisce di questo racconto: attorno all’uomo ricco non c’è nessuno, nessuno nella casa, nessuno nel cuore, non un volto, non un amico. La ricchezza crea un deserto di relazioni autentiche, le cose soffocano gli affetti veri. Un uomo ricco al centro di un deserto, solo e non felice, perché la felicità dipende sempre da due cose: non può mai essere solitaria e ha a che fare con il dono. C’è una seduzione delle cose, forse sentiamo tutti il fascino di possedere di più, ma Gesù ci invita a voltarci dall’altra parte, a desiderare altro. “Stolto”, dice Gesù dell’uomo ricco, non perché cattivo, ma perché poco intelligente: ha investito sul prodotto sbagliato, sul denaro e non sull’amore! La tua vita non dipende da ciò che possiedi. Ma allora da cosa dipende? Dipende da tre cose: dalla vita interiore, dalle persone accanto a te, da una sorgente che non è in te, ma in Dio. Vuoi una vita piena? Non cercarla al mercato delle cose: le cose promettono ciò che non possono mantenere. Sposta il tuo desiderio, desidera dell’altro, getta il cuore al di là delle cose, la nostra ricchezza è il mistero di Dio. Il vero tesoro sta nel cuore, come certifica con semplicità questo episodio. “Un pomeriggio Pierino fece tanti lavoretti per la mamma. Alla sera le lasciò un biglietto che assomigliava al conto della spesa: per aver innaffiato i fiori: 50 centesimi; per aver portato al cassonetto l’immondizia: 50 centesimi; per aver fatto da baby-sitter alla sorellina: 3 euro. Totale: 4 euro. Poi andò a dormire. La mamma gli lasciò i 4 euro sul comodino, ma dietro al biglietto scrisse la sua lista: per averti nutrito per nove mesi dentro di me: 0 euro; per averti messo al mondo tra sudori e dolori: 0 euro; per averti lavato, seguito e coccolato nei primi mesi di vita: 0 euro; per averti mantenuto, assistito, ascoltato, aiutato quando stavi male, fino ad oggi e per il resto della nostra vita: 0 euro. Pierino il mattino seguente lesse la lista e corse a baciare la mamma. Aveva capito che un gesto d’amore è sempre gratis”.
Don Piergiorgio Sanson
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