Prealpi Flash - Cima Pizzoc per la Tana del Lupo
Una nuova escursione con Giovanni Carraro.
Distanza: km 7,24
Aumento di quota D+: m 1040
Tempo di percorrenza: 4h 30’
Grado di difficoltà: medio
Descrizione:
Il Pizzoc sovrasta con la sua imponenza l’abitato di Vittorio Veneto e per i suoi abitanti rappresenta un must escursionistico tante sono le persone che in tutte le stagioni lo affrontano nonostante la pendenza e il dislivello non certo banali. È un monte che fa parte del blocco calcareo del Cansiglio, e dalla sua vetta la visuale è veramente uno spettacolo. La via più comune per raggiungere la cima è decisamente il sentiero chiamato “direttissima”, ma vi sono altre possibilità di varianti, tra cui quella che passa per la cosiddetta Tana del Lupo, una piccola costruzione che sembra un bivacco posto nella radura delle “Faghere”. La partenza è fissata dalla briglia poco sopra l’abitato di Sonego, frazione di Fregona. Si sale per il sentiero indicato da tabella “direttissima” e lo si lascia poco dopo aver incontrato la chiesetta di Sant’Antonio da Buso, svoltando a sinistra in direzione di Madonna dell’Agnellezza, noto sito religioso in grotta. Da qui si continua fino ad un bivio dove ci teniamo a destra e fra valloni e tratti di prato si giunge alla Tana del Lupo dove la visuale è magnifica. Il nostro itinerario prevede un’ulteriore deviazione, questa volta tramite il Sentiero del Bracconiere n.981 che seguiamo a sinistra fino a casera Taffarel. Qui si intercetta il sentiero che passa per i prati dell’Agnellezza e lo si risale arrivando a Forcella Pizzoc dove c’è un tavolo e panchina (d’obbligo la foto di rito verso la pedemontana e i laghi di Revine). Da qui, in breve si giunge al Rifugio Città di Vittorio Veneto a m.1565. Per la discesa seguiremo la direttissima, che parte proprio di fronte al cortile del rifugio in forte pendenza. Questo ci riporterà a fondovalle rimanendo per gran parte nel sottobosco.
Curiosità:
Madonna dell’Agnellezza è uno dei siti religiosi più amati dai Vittoriesi. Ogni anno si svolgono due messe, l’ultima domenica di Aprile e di Ottobre.
Lungo il sentiero della direttissima si incontrano vecchi piloni di cemento abbandonati. Sono quel che resta di una teleferica che serviva a portare a Sant’Andrea di Serravalle il materiale calcareo marnoso di estrazione di Cima Pizzoc. Questa cava, gestita dalla società Italcementi, cessò l’attività a metà del secolo scorso.
La mappa è stata elaborata dallo scenario: 3Dolomiti - © Consorzio Dolomiti
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