PRIORITÀ E VALORI PER UN VOTO CONSAPEVOLE
Il messaggio dell'Ufficio di pastorale sociale e del lavoro per il 25 settembre 2022
Come in ogni tornata elettorale, tanto più quando è in gioco la politica e il futuro del Paese, il tema si fa scottante e delicato allo stesso tempo. Esso richiede perciò attenzione perché l’espressione libera del proprio voto non risponda ai soli impulsi emotivi o a derive ideologiche, ma trovi in una ponderata riflessione la premessa necessaria per una scelta compiuta con criterio.
Come Ufficio diocesano per la pastorale sociale, a cui spetta il compito di approfondire il legame tra Vangelo e vita sociale, sentiamo il dovere in questa occasione di condividere qualche pensiero che, pur partendo dai valori della fede cristiana e dalla Dottrina Sociale della Chiesa, immaginiamo rivolto a tutti.
Segnati in questo frangente da molteplici fattori, tra i quali certamente anche il conflitto in Ucraina ancora acceso, non possiamo non rilevare l’impatto che essi hanno sulla nostra società: lo sperimentiamo nell’aumento generalizzato dei prezzi (inflazione) e nell’aggravarsi di una situazione economica che non risparmia alcuna categoria sociale. Una priorità di cui la politica deve sentirsi investita è pertanto la necessità di prendersi cura non solo del proprio elettorato, bensì di tutta la società e, in particolar modo, delle fasce più deboli della popolazione. Riteniamo altresì importante che sia favorito il mantenimento di una corretta prospettiva di politica economica che, prolungando quanto il Governo uscente sta mettendo in atto su questo piano, possa risultare sempre più solida e perseverante nel raggiungere i suoi obiettivi non solo di breve, ma anche di medio-lungo termine. A tal proposito, va ricordato che tali obiettivi di politica economica non possono, sia per necessità che per virtù, ignorare la transizione ecologica, puntando a ridurre l’impatto ambientale grazie all’implementazione di modelli energetici e di consumo alternativi e a forme di economia circolare all’interno del sistema produttivo.
Anche il lavoro, elemento fondamentale della società, è un ambito prioritario, poiché da esso dipendono la dignità e il futuro delle persone. Non possiamo perciò limitarci a dei sostegni economici distribuiti dallo Stato per tamponare vere e proprie falle del sistema Paese: è necessario piuttosto un rinnovato impegno per promuovere il lavoro prima ancora dei sussidi, come pure una urgente riduzione del cuneo fiscale, vera e propria zavorra del sistema produttivo.
I giovani, specialmente, devono poter essere supportati nel loro inserimento lavorativo: sia nelle situazioni di marginalità sociale delle categorie particolarmente fragili, sia nei livelli di eccellenza dove – dopo anni di investimento sulla formazione compiuta in Italia – le migliori risorse del Paese sono costrette a cercare altrove il riconoscimento professionale che meritano. In ogni caso, l’investimento sulla scuola e sulla cultura resta uno dei punti da favorire con sguardo lungimirante.
Proprio l’intervento sui diversi livelli qui ricordati porrà le migliori condizioni per dare alle famiglie la necessaria stabilità. Una stabilità non soltanto simbolica – riconoscendo il valore della famiglia per la società – ma anche economica, ponendo così le basi per il tema dimenticato in tutte le campagne elettorali di queste settimane: la crescita demografica. Una società invecchiata, incapace di generare, senza più sogni e speranze per l’avvenire è una società malata che giocoforza è destinata a qualche forma di implosione. Rilanciare il tema demografico è perciò un’urgenza improcrastinabile, offrendo alle famiglie, specialmente giovani, fondate garanzie e qualche sicurezza per il futuro. Insieme a questo, è poi doveroso sottolineare che il riconoscimento dei diritti civili non può non tenere conto della promozione e del rispetto della vita, valore senza il quale una società non può essere davvero generativa e inclusiva.
Particolare attenzione merita anche il tema dell’immigrazione, spesso associato nell’opinione pubblica al tema della sicurezza. Abbiamo assistito in questi mesi a una straordinaria generosità del nostro territorio nei confronti dei profughi ucraini, segno di una particolare indole – che ci accomuna a tutti i nostri connazionali – orientata all’ospitalità e all’integrazione. Atteggiamenti fondamentali di chi riconosce nella “fraternità universale” un valore umano, oltretutto di matrice cristiana. La medesima prospettiva potrà aiutare a governare in modo sapiente il complesso fenomeno migratorio: come ogni problema, esso richiede una capacità di discernimento che non si nutra di slogan e stigmatizzazioni, ma di una intelligente cooperazione internazionale per escogitare soluzioni condivise, perché il valore unanimemente riconosciuto della “fraternità” non sia soltanto un impegno morale dei cittadini, ma uno stile abituale delle istituzioni.
Infine, un appello al voto. Ci sono tante, comprensibili ragioni per non votare: l’individualismo culturale che spesso ci spinge a una mentalità di delega; una democrazia zoppicante che fa apparire come ininfluente ogni apporto personale; la percezione di una politica disancorata dal contatto diretto con i cittadini; e via discorrendo all’infinito. Riteniamo, invece, che sia compito di ciascuno non sottrarsi a un dovere di partecipazione al voto; un voto conquistato a caro prezzo come diritto universale ed espressione della dignità di tutti i cittadini. Solo esprimersi, prendendo posizione, con la fatica di scegliere pur fra opzioni non del tutto congeniali, è un punto di forza di un Paese che si rende protagonista del proprio futuro, grazie a cittadini che con coscienza e passione si assumono le proprie responsabilità. E che poi, dopo il voto, in modo coerente, non smetteranno di spendersi per attuare in prima persona e nel proprio territorio quei valori che hanno ispirato la scelta elettorale: anche perché, se non ci si preoccupa della politica, sarà presto essa a preoccupare noi.
Don Andrea Forest
Francesco Polo
Ufficio diocesano per la pastorale sociale
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