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Voglia di cambiamento, responsabilità di ciascuno

L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.

Voglia di cambiamento, responsabilità di ciascuno

«Non dovete conformarvi al mondo ma trasformarlo attraverso il rinnovamento della vostra mente»: queste le parole citate a memoria da un arzillo ottantenne, dagli occhi luminosi, che mi è capitato di incontrare in una delle comunità parrocchiali dove presto servizio. Mi ha colpito che questa visione fiduciosa del futuro e questa voglia di cambiamento siano state manifestate proprio da un anziano. Mi ha rincuorato il fatto che un anziano attenda da sé - e dalla società in cui vive - un rinnovamento profondo. Come a dire che c’è possibilità di futuro e di speranza in ogni stagione della vita: «In ogni età della nostra esistenza - ricordava un caro amico - germogliano nuove gemme e fioriscono nuovi fiori». C’è qualcosa di prezioso in tutte le fasi della nostra vita. Allargando un po’ lo sguardo, le parole di questo anziano esplicitano, come una sorta di simbolo eloquente, il desiderio di rinnovamento e l’attesa di cambiamento di cui oggi abbiamo bisogno. Sono parole “profetiche”, le sue, che colgono il senso del nostro tempo. Per andare ad un esempio concreto, secondo la gran parte degli analisti anche il voto delle recenti amministrative esprime questo desiderio, perché è stato un voto di cambiamento per il rinnovamento della società, non tanto di protesta. Alle forze che sono uscite vincitrici dal confronto politico - il “Movimento 5 Stelle” in testa - spetta ora l’onere di non deludere le aspettative, ma dare concretezza e rendere effettivo il rinnovamento auspicato, senza scadere nel populismo.

Alle forze che sono uscite vincitrici dal confronto politico - il Movimento 5 Stelle in testa - spetta ora l’onere di non deludere le aspettative, ma dare concretezza e rendere effettivo il rinnovamento auspicato, senza scadere nel populismo. Dovranno affrontare con intelligenza e capacità le sfide che le nostre città - dai grandi capoluoghi ai piccoli comuni - pongono. Ma anche i partiti che sono usciti battuti - come il Pd, il Centrodestra e la Lega, che tuttavia ha tenuto bene nel Veneto di Zaia - devono saper cogliere questo momento per rilanciare i propri programmi e per “rinnovarsi”, appunto, raccogliendo la sfida della sconfitta come opportunità per ripensare percorsi nuovi. In entrambi i casi è una grande occasione per trasformarsi e per trasformare la società italiana (e anche il nostro Veneto). Ridare ossigeno, voglia di futuro, slancio per il domani: credo sia questo il mandato consegnato ai politici dalle urne elettorali. C’è un “però”, tuttavia. In Italia l’affluenza alla cabina elettorale è in calo ovunque, anche se non c’è stato un vero crollo. Il dato per il primo turno delle amministrative 2016 si è attestato attorno al 62 per cento, segnando cinque punti in meno rispetto alle precedenti elezioni comunali (67 per cento). Molto più marcato - anche se più comprensibilmente - l’astensionismo nel secondo turno. In pratica, al primo turno soltanto poco più di un elettore su due è andato a votare. Il partito più consistente - quello che ha vinto su tutti! - è quello degli astensionisti: il 48 per cento. Senza voler esagerare questo dato, si deve constatare con una certa amarezza che accanto alla voglia di cambiamento e di rinnovamento c’è un profondo senso di sfiducia nella politica e nelle istituzioni. O chissà, forse è semplice pigrizia e qualunquismo! Come è possibile cambiare le cose e attuare un rinnovamento, se poi non si è disposti neppure a esercitare il proprio diritto di voto? Con quale faccia ci si può lamentare che “le cose van male”, se non si fa nemmeno lo sforzo di recarsi al seggio? Non credo a quanti dicono - per giustificare il proprio non-voto - che “i partiti non mi rappresentano” o “non credo più a questo sistema”... La mia impressione è che quella dell’astensione sia una non-scelta, un delegare agli altri, una forma di disimpegno e, appunto, di qualunquismo: non è da questo genere di atteggiamento che può nascere qualcosa di bello e di nuovo per l’Italia (e per il Veneto). In questi giorni, molti diciottenni sono impegnati con gli esami di maturità. Il rinnovamento della società non potrà avvenire senza il loro contributo, assolutamente decisivo. Cari giovani, prendete dagli adulti il meglio, la loro testimonianza migliore, e non credete a quanti spengono la fiducia e la voglia di futuro. Credete a chi - anche se avanti negli anni - sogna un mondo trasformato e rinnovato. Buoni esami, ragazzi: date il meglio di voi stessi!

Alessio Magoga

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